Il mio primo è asfalto, è materia desolata
Sono finestre in cubi di fronte a un orizzonte spezzettato
E poi ci sono corridoi senza curve tra due scogliere di cemento
Tanta costruzione umana e così poca natura che risponde
Il mio secondo sono persone che vivono molto vicine l'una all'altra
E non si guardano necessariamente anche quando vivono fianco a fianco
Ma quando a volte osano parlarsi in un impulso cittadino
Rende il paesaggio più dorato e poi apre il mio terzo
Il mio terzo è un mix, incontri e condivisioni
Crea una strana alchimia che ci fa crescere ad ogni età
Ci sono sorrisi in tutte le lingue e differenze che svaniscono
Ho visto belle vite serene ma ho anche visto i vuoti di fronte

Il mio tutto è la grande città, mi perdo nei suoi indovinelli
A volte sbaglio direzione e in ogni errore mi perdo
L'ho scelta da tempo come il miglior campo di gioco
Per parlarle a volte ammetto ho cercato di perdermi un po'
Il mio tutto è la grande città, mi ha afferrato fin dall'infanzia
La conosco troppo bene, la critico e la lodo
La conosco da tempo anche se non si svela mai

Ho cercato di addomesticarla, è lei che mi ha preso nella sua rete
Mi ha nutrito, mi ha formato, mi ha offerto la sua ebbrezza
Ha quasi visto cadere me, mi ha ripreso appena in tempo
E quando la sua notte mi offriva l'asfalto come unico orizzonte
Si è rivelata come la prefazione di tutte le mie ispirazioni
E ancora oggi quando torno a casa da solo e molto tardi
Che la grande città si è vestita con il suo grosso giubbotto di pioggia nera
Mi piace che mi trattiene, mi guarda negli occhi
Sa che cedo a lei e torno a perdermi un po'

Il mio primo è un clamore sordo, permanente
Un mormorio familiare come un rumore rassicurante
È un vortice di voci e riflessi di luci
È movimento, musica, risate e piaceri popolari
Il mio secondo è il silenzio e la tristezza delle strade morte
È tristezza dietro i muri e isolamento dietro le porte
È miseria a cielo aperto e disperazione in libero accesso
Di fronte agli odori di putrefazione e ai rifiuti dei nostri eccessi
Il mio terzo è un terreno di esperienza, un laboratorio
Per i progressi e i pericoli che il futuro farà valere
È il regno dei contrasti che fa tremare la nostra società
Che ci costringe a vivere da soli, che ci insegna a vivere insieme

Il mio tutto è la grande città, mi perdo nei suoi indovinelli
A volte sbaglio direzione e in ogni errore mi perdo
L'ho scelta da tempo come il miglior campo di gioco
Per parlarle a volte ammetto ho cercato di perdermi un po'
Il mio tutto è la grande città, mi ha afferrato con i cinque sensi
Dandomi i suoi codici, mi ha rubato l'innocenza
Ma mi ha svegliato, risvegliato, rivelato proteggendomi
Resto meravigliato e allegro per lei e tutti i suoi abitanti
Mi ha insegnato, mi ha conquistato, mi ha offerto la sua follia
So che non è sempre bella, la trovo così carina
E quando ho attraversato i suoi giorni e le sue notti senza transizione
Si è rivelata come la prefazione di tutte le mie ispirazioni
E ancora oggi quando torno a casa da solo e molto tardi
Che la grande città si è vestita con il suo grosso giubbotto di pioggia nera
Mi piace che mi trattiene, mi guarda negli occhi
Sa che cedo a lei e torno a perdermi un po'

È il tuo turno nella grande città, scoprirai gli indovinelli
Ti lascerai sorprendere senza cercare davvero una parata
La amerai, la odierai, e come conosco bene questo gioco
Mi spaventerò quando sceglierai di perderti un po'

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