Come l'oceano siamo stanchi della plastica padroni del terreno ma schi
Schiavi di una macchina
Flagello di sti tempi come Attila
E ne siamo attratti in mezzo a questa vastità
Veniam traghettati
Lo specchio della vanità è l'abisso in cui cadi
C'è Lorenzo non più quello che ero
Davanti agli altri
Vedo quasi la riva e tu sei lì
Ferma stella marina la è che si avvicina
La tua presa possessiva e c'è chi prega

Per essere stretto fra le tue braccia
"Scilla" in una morsa che schiaccia
E scivolato via in fretta
Come brilla il pensiero che questo mi manca
Per orgoglio mi fermo ma dal letto divampa
La fiamma che per poco mi riaccendi
Poi torno a reggio fra i musi spenti
Racchiudi pregi e non li difendi
Lo stesso non mi fido
Fino a quando è un "per adesso"

Il tuo linguaggio è di bolle
Anche se prende piú forme
È solo l'aria che blateri illuminata dal sole
I confini come sponde di un cielo che dorme
Cerco in ogni suo affluente tra fiumi di persone

"Ponyo sulla scogliera"
Tienimi il posto che ora mi spetta
Si spera metto il primo piede a terra

Sono stato né carne né pesce
A remare per niente a tentare da sempre
A leccare ferite pure su un'altra pelle
Tutto ci lentamente mi spinge a rivede
Insegna quanto vale la fatica
Mi faceva paura lo stare solo
Attendere il confronto
Dormire fra la cenera e trovandoci conforto
Non conosco ci che mi ha salvato
Già conscio di ció da cui scappavo

Il tuo linguaggio è di bolle
Anche se prende piú forme
È solo l'aria che blateri illuminata dal sole
I confini come sponde di un cielo che dorme
Cerco in ogni suo affluente tra fiumi di persone

"Ponyo sulla scogliera"
Tienimi il posto che ora mi spetta
Si spera metto l'altro piede a terra

A Riva