Sofonisba, che aspetti? È tempo ormai
D’uscir d’affanni. Ardir. Ecco al mio labbro
Già la tazza letal. Ma, ohimè! La mano,
Perchè mi trema?
Qual si spande intorno
Fosco vapor! Sotto l’incerte piante
Il suol perchè vacilla?
Dove son? Che m’avvenne? E questo forse
Il natural ribrezzo
Al tremendo passaggio? Ah! Non credei
Che sì terribil fosse
L’aspetto della morte!
Ah! Ma qual suono
Lieto insieme, e feroce?
D’onde?S’osservi.
Aprite! Che vista atroce!
Le navi! I prigionieri! Invano, invano
M’attendete, o superbi.
Io non verrò. La mia difesa è questa.
Bevasi.
Oh Dio! Ma dunque,
Ho da morir così? Fra tanti Numi
Dunque un solo pietoso
Trovarne io non potrò? Ma i rei ministri!
I ferri! Le catene! Ah qualche aita,
Terra, ciel, chi mi da?... Folle! Che spero?
Chi chiamo? Uomini e Dei
Più per me non vi son. Mi lascian tutti
Misera in abbandono. E sol m’avanza
(Che soccorso crudel!) la mia costanza.